Chi e’ Santa Dorotea?

Un DONO DI DIO: è questo il significato del nome della giovane vissuta nel III secolo in Cappadocia e condannata a morte per la sua fede in Gesù Cristo.

Dorotea è stata un DONO DI DIO per Crista e Callista, due amiche che le erano state poste accanto durante la prigionia per convincerla a rinnegare la propria fede, come esse già avevano fatto. Con la sua amicizia, la preghiera, l’esempio, Dorotea mostra loro la bellezza di un’esistenza consegnata a Dio, l’unico che può donare una vita che ha il sapore e il profumo dell’Eterno. Crista e Callista, colpite e convinte dalla fedeltà di Dorotea, si convertiranno nuovamente al cristianesimo, condividendo con l’amica il martirio.

Dorotea è stata un DONO DI DIO per Teofilo, giovane avvocato che assisteva ai processi fatti ai cristiani dal governatore Sapricio, e il cui nome porta in sé quell’identità profonda che scoprirà proprio grazie a Dorotea: essere amico di Dio.

Il racconto narra che durante il processo Dorotea rispondeva con semplicità alle domande del governatore, senza paura di essere condannata a morte, consapevole che questa l’avrebbe portata da Colui che amava e che la aspettava in paradiso, Gesù Cristo. Teofilo cercò in tutti i modi di distoglierla dalla propria convinzione, ma Dorotea rispose: “In paradiso i boschi sono eternamente verdi, luccicano tra le foglie mele splendenti come oro e nella palude fioriscono gigli bianchi come l’argento. In paradiso zampillano limpide sorgenti, sulle colline l’erba è sempre fresca e la rosa del prato non avvizzisce mai”. Udite queste parole, Sapricio condannò immediatamente Dorotea alla decapitazione e, mentre la giovane veniva condotta via dalle guardie, Teofilo la provocò strappandole una promessa: “O giovane fanciulla cristiana, mandami mele e rose dal tuo paradiso!”. Mentre il giovane avvocato era in festa con i suoi amici, raccontò dell’incontro avuto con Dorotea. Tutti scoppiarono a ridere, ma la risata fu troncata quando apparve un bambino dall’aspetto angelico, con un cestino in mano. “Te le manda Dorotea, che è arrivata ora in paradiso!”, disse a Teofilo. Erano tre rose e tre mele di una qualità e bellezza tali che non se ne erano mai viste prima. Colpito dal dono di Dorotea, Teofilo si convertì e iniziò a proclamare apertamente la fede cristiana: anche lui fu condannato a morte.

Oggi Dorotea è UN DONO DI DIO per noi che ne festeggiamo la memoria e affidiamo alla sua protezione l’Opera omonima.

Il racconto della vita di Dorotea lo troviamo negli Acta Sanctorum, Februarii, Die VI, I, Venezia 1753, pp. 771-776; nella “Passio Sanctae Dorotheæ” del secolo decimo, conservata nella Biblioteca Nazionale di Parigi. La memoria liturgica è celebrata il 6 febbraio.

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