Nata in un contesto storico travagliato e di grande trapasso culturale, segnato dagli effetti della Rivoluzione Francese (siamo agli inizi del XIX secolo), l’Opera di S. Dorotea, ha dato il proprio contributo nel campo sociale ed ecclesiale a favore della “riforma dei costumi”, con particolare attenzione alla condizione femminile. Quella di Don Luca fu davvero una grande intuizione pastorale: coinvolgere la donna di ogni età e di ogni classe sociale (come dimostra bene il quadro della Madonna dell’Opera di S. Dorotea).
Alle Cooperatrici vengono affidate fanciulle, adolescenti e giovani da educare alla preghiera e da accompagnare nel cammino della vita e della fede. “Le incontrerete ai campi, per le strade, ai divertimenti…”. Si intesse così una rete di amicizia in cui ogni cristiano è invitato ad essere un’amorosa guida che si pone in compagnia del viaggiatore.
L’Opera, che ebbe le sue origini a Calcinate (BG), si diffuse poi principalmente nelle città e diocesi di Venezia, Brescia, Genova, Lucca, Napoli… in varie regioni d’Italia, in Svizzera…
Oggi continua ad essere nella Chiesa un’opera di carità spirituale, sostenuta da laici che, accogliendo il DONO di cui essa è portatrice, si prendono cura del fratello, del piccolo, del giovane… Nella loro azione apostolica: l’incontro con il mistero di Gesù Redentore si fa esperienza personale rigenerante. Cresce in ciascuno l’urgenza di raccontare di un Dio che ci vuol bene e che per noi si è fatto fratello, amico, dimora. Si ravviva il desiderio di portare questo annuncio a tanti fratelli.
I passi si sincronizzano e laici, suore dorotee e giovani diventano fermento di vita e testimoni di comunione.