A pochi giorni dalla giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che la chiesa ogni anno ci invita a celebrare nel tempo pasquale, ci è caro ricordare don Luca e la sua vocazione.
Don Luca ha vissuto intensamente la chiamata del Signore ed è stato uno che si è messo a servizio di tutte le vocazioni.
Quando una vocazione è vissuta bene aiuta anche le altre a crescere secondo la volontà di Dio. Don Luca ha sempre cercato di sostenere, anzi di “animare” perché i carismi venissero alla luce e la complementarietà delle vocazioni arricchisse la Chiesa.
Il suo modo di animare era caratterizzato da preghiera, sollecitazioni, interessamento, discernimento fatto insieme al soggetto ma anche dalla capacità di tessere rete, di coinvolgere altre persone perché si prendano cura della vocazione di altri.
L’Opera di Santa Dorotea richiede, per esistere, il coinvolgimento di vocazioni diverse: sacerdoti, laici, suore. Non può prestarsi a questo chi non ha a cuore che l’altro possa vivere appieno secondo il disegno di Dio.
Quando la capacità di prendersi cura di altre vocazioni nasce da un autentico servizio alla Chiesa, corpo di Cristo, allora la premura e la vicinanza dovranno prima o poi prendere confidenza con il mistero pasquale. La santa amicizia che caratterizza l’Opera di Santa Dorotea non poteva trovare riscontro anche nel modo di guardare la Chiesa celeste, oltre che a quella terrena. C’era nel cuore nel missionario don Luca un intreccio di nomi del cielo e della terra: la comunione dei santi era ben espressa in persone concrete del cielo e della terra.
Guardiamo all’esperienza ecclesiale, vissuta da don Luca, riconoscendo i fili di questa rete di amicizia intessuta non solo tra Diocesi diverse, istituti diversi, vocazioni, carismi e ministeri diversi in un certo periodo storico, ma anche ora… e poi per sempre, in quella prospettiva che il fondatore aveva saputo indicare.
Non smetteva di gettare semi e di coltivarli. L’importante è iniziare, anche con poco… diceva spesso a tutti. E poi coltivare con la preghiera e con il dono di sé. Anche quando tutto sembra avverso.
Una vocazione custodisce le altre. Di questo è testimone don Luca[1].
Il messaggio di Papa Francesco per la 61° giornata per le Vocazioni, ci invita a essere pellegrini di speranza e costruttori di pace, fondando la nostra esistenza sulla roccia della risurrezione di Cristo, sapendo che ogni nostro impegno, nella vocazione che abbiamo abbracciato e che portiamo avanti, non cade nel vuoto. Nonostante fallimenti e battute d’arresto, il bene che seminiamo cresce in modo silenzioso e niente può separarci dalla meta ultima: l’incontro con Cristo e la gioia di vivere nella fraternità tra di noi per l’eternità. Questa chiamata finale dobbiamo anticiparla ogni giorno: la relazione d’amore con Dio e con i fratelli e le sorelle inizia fin d’ora a realizzare il sogno di Dio, il sogno dell’unità, della pace e della fraternità. Nessuno si senta escluso da questa chiamata! Ciascuno di noi, nel suo piccolo, nel suo stato di vita può essere, con l’aiuto dello Spirito Santo, seminatore di speranza e di pace.
[1] Liberamente tratto da A. Tuccinardi – A servizio di tutte le vocazioni – Ardere per accendere numero unico – 2013
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18 aprile 24: nascita al cielo del beato Luca Passi
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