Asolo: Si è fatto piccolo

Una giornata per pregare, per accogliere la parola e lasciare che si “incarni” nella nostra vita. Il ritiro che ha visto la presenza di persone di varie età, coppie e singole, è stato orientato dal titolo “Si è fatto piccolo”, tema che ha nutrito la preghiera e la ricca condivisione di vita. Riportiamo la riflessione di una persona partecipante.

 

“La fragilità è la condizione per creare relazione”

 

Mt 18,1-5 … “Più grande”… Più grande… Stiamo sempre a cercare un più grande: una casa più grande, un’auto più grande, un lavoro “più grande” (che mi gratifichi di più, spesso economicamente), una considerazione da parte degli altri più grande, una conoscenza più grande (con più competenze per essere di più… esperti!)

 

Tu signore invece… Mt, 18,2 “…chiamò… un bambino…” Metti al centro un bambino… lo chiami, neanche ti conosce, eppure fa ciò che tu gli dici… Così è un bambino: uno che si fida, uno che ascolta, uno che “vede”, “osserva”. Eppure tutto questo fidarsi, ascoltare, vedere e osservare può essere “pericoloso”, può accentuare la sua fragilità! Il suo corpo non può difendersi dal più forte, la sua mente non può ribellarsi al più forte, il suo cuore può essere persuaso dal più forte! Eppure tu Gesù vuoi farci “diventare” come lui… “Se non diventerete come i bambini…” (Mt,18, 3). Vuoi che ci fidiamo degli altri, fino a farci tradire; vuoi che siamo inermi fino ad accettare l’impotenza. Vuoi che siamo innocenti fino ad accogliere chi ci ferisce; vuoi che ci affezioniamo anche a coloro che ci dimenticheranno o approfitteranno di noi.

 

Forse essere più grandi non ci serve per stare con te, non ci serve per vedere, sentire, capire, accogliere, amare chi incontriamo. Più grandi vuol dire più lontani? Più grandi vuol dire meno attenti? Più grandi vuol dire più veloci, correre di più? Non è facile “ribaltare” la cultura del “più grande”, ne siamo immersi!!!

 

Signore… Gesù bambino… 3 kg di carne che avrebbero potuto non uscire mai da quella stalla eppure, altre creature, altrettanto fragili ti hanno aiutato a “salvare l’uomo per sempre”. Non sono i più grandi a cambiare il mondo, sono i più “piccoli”, fragili ad aiutare altri fragili, molto spesso in modo inconsapevole, a cambiare… se stessi, le relazioni, gli avvenimenti, le idee per qualcosa di nuovo, di buono.

 

Signore, non so se sarò così capace di “diventare bambina”, una volta cresciuti molte cose si dimenticano, ci vogliono altri “bambini”, altri fragili, per aiutarti a ricordare la fragilità e “con-vertire” in continuazione. Signore, forse non sarò mai abbastanza bambina da riconoscerti nell’accoglienza di altri, forse lo saprò un giorno quando ti dirò “quando è stato che eri tu?”

 

Ma forse amare come i piccoli è questa capacità di dimenticare il bene fatto, di non tenerne conto, che può sembrare ingratitudine (quante volte desideriamo un semplice grazie!), ma ci educa alla vera gratuità!  I nostri figli e il nostro essere figli ce lo ricordano in continuazione.

 

Cinzia Spigarolo

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