Sabato 22 aprile, a Calcinate, il gruppo Teatrandum in collaborazione con la corale parrocchiale Santa Maria Assunta, hanno portato in scena, con creatività e passione, il cammino del beato Luca Passi mettendo in luce alcuni suoi tratti di uomo, di cittadino, di cristiano e di sacerdote.
L’evento, preparato con cura da diversi mesi, conclude la settimana della cultura “Passi… in paese” che ha visto la partecipazione di tante persone che, in diversi modi, sono state raggiunte dalla figura del nostro Fondatore.
Prima dello spettacolo don Luca ha rivolto queste parole ai Calcinatesi…
Carissimi Calcinatesi,
In questi giorni sono passato tra le vie del nostro piccolo paese, anzi mi sono sentito invitare da molti di voi: ‘Don Luca “Passi in paese??” Certo ho risposto!
Sempre nella mia vita ho dato ascolto… soprattutto ai piccoli, ai bambini e devo dirvi la verità… in questi giorni ne ho visti passare tanti, tantissimi, accompagnati dai loro insegnanti. Che meraviglia! Ho visto bambini vivaci e attenti nello scoprire tesori culturali e bellezze artistiche racchiusi in questo borgo che tanto mi fu caro.
Non ho potuto non sorridere! Il sorriso, come ben sapete, è sempre stato una mia caratteristica attraverso la quale ho accolto, abbracciato, amato fino in fondo la missione che Dio Padre mi ha affidato: ardere per accendere, farmi compagno di viaggio per i fratelli e le sorelle che il Signore mi ha affidato, nel desiderio di portarli all’incontro con Cristo e insegnar loro a gustare la vita come dono.
Ho visto un’altra cosa molto bella: la collaborazione tra laici e suore! Questo mi ha riscaldato il cuore… perché nel loro stile, direi instancabile, ho ritrovato le mie radici… ‘le radici del sogno che Dio Padre mi ha consegnato’.
Sognavo e sogno ancora una Chiesa intessuta di relazioni, non solo tra laici, sacerdoti e suore, ma anche tra istituzioni: scuole, comune, associazioni, dove tutti sono all’opera per il bene di molti. Una rete che si allarga e che si stringe attorno a situazioni, a bisogni, a desideri e a progetti per un di più di Vita.
Ho visto come in questi giorni fede, cultura, bene comune si sono incontrati… lassù dal cielo ho goduto nel vedere come insieme siete riusciti a realizzare tutto questo.
In questo pellegrinare da un luogo all’altro, non poteva mancare la visita al campanile, dove il rintocco delle campane risuona come un invito a rimanere desti come “sentinelle,” che vanno a portare la Parola. Ci sono sentinelle che non hanno mai smesso di custodire il nostro paese, le nostre città, le nostre comunità, cristiane e religiose, le nostre famiglie… Rimangono vigili per accompagnarci nei momenti difficili della nostra vita e della nostra storia. Quante sentinelle ci sono anche tra di voi calcinatesi che custodiscono nel cuore la Parola e allargano i confini della fraternità per farli coincidere con l’intera città; esse, sulla torre di vedetta, come voi in questi giorni, guardano oltre, verso l’orizzonte di una terra fraterna di tutti.
Non so se, nel tempo in cui sono vissuto, ho risposto ad una delle grandi sfide: essere un testimone credibile della presenza di Gesù che vuole continuare ad incontrare l’uomo dentro alla sua vita quotidiana. Essere testimone è accompagnare all’incontro con il Signore, facendo strada a coloro che gli son affidati, sul cammino che egli stesso percorre. Essere testimone credibile è fronteggiare le situazioni che si presentano, è essere capace di scelte, di azioni e di relazioni, è farsi compagno di viaggio, per brevi o lunghi tratti, significa testimoniare la strada che prima di tutto noi stiamo percorrendo, con i tratti di salita e i desideri di raggiungere panorami più alti.
…Una settimana insolita quella dal 16 aprile al 23 aprile nella riscoperta della cultura nel nostro tempo. Non so come ci sono caduto dentro, forse la grazia di essere nato in una terra questa terra bergamasca, abitata da persone laboriose, generose e attente a valorizzare ogni risorsa per creare opportunità di vita per tanti, e vorrei che fosse per tutti!
La fede che ho toccato con mano ai miei tempi, spero si ravvivi anche oggi tra voi tanto da rendervi creativi e credibili nel generare una cultura capace di accoglienza, rispetto e dialogo, capace di offrire a tutti lavoro e condizioni di vita dignitose; una cultura che ha i piedi ben aderenti alla terra e il cuore e la mente rivolti al Cielo.
E dopo questa passeggiata in paese, grato per gli incontri fatti, desidero lasciarvi la mia benedizione che, dal luogo dove sono, diventa intercessione.
“Dio Provvidente e buono, ti benediciamo e ti rendiamo grazie per i grandi segni del tuo amore manifestati nel corso dei secoli sulle generazioni che hanno edificato questa nostra casa comune.
In Cristo tuo Figlio, hai posto la pietra angolare da cui ogni struttura trae stabilità e consistenza.
Guarda benigno la terra di Calcinate: tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato, le gioie e le angosce del momento presente, i progetti e le speranze per l’avvenire.
Proteggi le case, le famiglie, le scuole, le officine, gli agricoltori, i luoghi di ospitalità, e di assistenza, le campagne e ogni ambiente di vita e di lavoro.
Circonda del tuo amore i cittadini qui residenti, la comunità parrocchiale; fa che non si spenga nelle nuove generazioni la fede trasmessa dai padri, resti vivo e coerente il senso dell’onestà, della generosità, la concordia operosa, l’attenzione ai piccoli, agli anziani e ai sofferenti, l’apertura verso l’umanità che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera per un avvenire di giustizia e di pace, perché non manchi mai ad ogni uomo la casa, il fare e il lavoro.
E una benedizione speciale per la mia creatura prediletta, l’Opera di Santa Dorotea e la Famiglia dorotea, che oggi insieme alle suore mantiene vivo nella Chiesa il dono di farsi carico del fratello per mezzo della Santa Amicizia, valore da far crescere per sperimentare il bene che essa genera. Amen”.