Molti di noi conservano il felice ricordo di quelle (spesso gelide) serate d’avvento dove il canto e le risate scandivano (e scaldavano) una “processione” itinerante per le case della parrocchia: una stella illuminata, strumenti e varietà di canzoni di Natale, la corsa dei più piccoli verso i campanelli, la gioia di chi apriva e ascoltava volentieri quei canti tradizionali, i sorrisi, gli auguri di buon Natale. La Chiarastella era un po’ tutto questo e anche altro; una tradizione attesa dai più piccoli che riusciva a scaldare il cuore e a suscitare quelle emozioni che solo il Natale sa offrire.
Si dice che quell’itinerario facesse memoria del girovagare di Maria e Giuseppe, alla ricerca di un luogo dove passare la notte e dove Maria, Madre di tutti i cristiani, avrebbe dato alla luce Gesù.
Una bella tradizione che negli ultimi anni è stata un po’ dimenticata ma che quest’anno assieme alle suore Dorotee della parrocchia abbiamo potuto rivivere con immensa gioia.
Nella parrocchia di Madonna Pellegrina i ragazzi del gruppo del catechismo guidati dai loro catechisti e catechiste, dal cappellano don Marco e dal diacono don Cristiano hanno ridato vita per due sere a questa tradizione e hanno risvegliato il piacevole ricordo dei tempi passati, ma anche e soprattutto il gusto e la bellezza dell’Attesa che l’Avvento ci suggerisce di sperimentare. Le canzoni, l’allegria, i cappellini di natale, le luci, la vivacità potrebbero rappresentare, in questo periodo natalizio, qualcosa di magico, di fiabesco; in realtà in queste “piccole” cose si nasconde molto di più: in esse vi è il mistero di una nascita, la nascita di un Dio che si è fatto uomo per portare a tutti quanti la gioia, la serenità, la felicità, la bellezza di quel sentirsi profondamente Amati che ci rende unici ai suoi occhi. Certamente il Natale non cancella le nostre sofferenze, non risolve i nostri dubbi e i nostri problemi quotidiani; però il Natale ci ricorda che non siamo soli! Che abbiamo un Dio che ci ama infinitamente e che si è fatto uomo per essere al nostro fianco, tutti i giorni della nostra vita, proprio perché non ci sentissimo più soli.
È con grande piacere che la comunità delle suore Dorotee ha offerto un caldo e meritato ristoro a questo gruppo di festanti ragazzi che hanno allietato la serata con le loro voci, i sorrisi, la loro purezza, l’innocenza, la loro gioia, offrendo un’occasione per riflettere sulla nostra vita e sulla nostra fede.
L’auspicio è che la Chiarastella possa tornare ad essere quella tradizione che porta un messaggio d’amore, un annuncio di pace e un caloroso abbraccio o anche solo un saluto, in particolare a quanti vivono nella sofferenza e nella solitudine il periodo di Avvento.
Don Cristiano Vanin e Francesco Butturini