Ogni storia è una storia d’amore. Questo è il titolo dell’incontro tenutosi a Monte Olimpino, sabato 22 Aprile, dove diversi soggetti hanno avuto modo di condividere momenti insieme.
Chi aveva “diritto” di partecipare? Prima di tutto le ragazze e i ragazzi, ora donne e uomini (accompagnati da figli e figlie ma ovviamente anche da mariti, compagni, mogli ecc), che per un periodo della loro vita furono accolti nelle comunità famiglia di Cermenate, Ponte Chiasso e Monte Olimpino, coordinatori, amici di quelle realtà ed ovviamente le suore che gestirono le comunità per periodi più o meno lunghi.
E poi ci stavo io. Perché? Beh, si ricevono strane ed insolite richieste nella vita: a me è stato chiesto di scattare delle fotografie. Ovviamente a nulla sono valse le oggettive motivazioni per il mio rifiuto: quasi nulla conoscenza dell’arte del “bel scatto”; il poco tempo a disposizione per impegni lavorativi; una sana paura di fronte ad una così grande responsabilità. Non c’è stato nulla da fare.
Cosi mi sono ritrovato dietro il mirino d’una macchina fotografica. Cosa ho visto attraverso quella minuscola finestrella, il mirino appunto, che per sua natura costringe a focalizzarsi, concentrarsi su una ben delimitata e circoscritta parte della realtà escludendo, cosi, tutto il resto?
Occhi che si incrociavano con la forza dell’emozione che scaturisce solamente quando due anime amiche, che hanno sperimentato, non solo tempo ed esperienze, in un tempo lontano ma, soprattutto, il bene e l’amore si incontrano nuovamente. Persone quindi che si ritrovano e si riabbracciano nuovamente. Sorprese, felici e grate senz’altro, che nonostante negli anni molto sia cambiato, ma nulla è mutato nella radice dell’Amore che si è sperimentato e vissuto in quel tempo.
Ho visto tanti sorrisi che sgorgavano, radiosi, al cuore. Ho assaporato la meraviglia generata dal costatare che quelle bambine e bambini ora sono donne, mogli, compagne e madri. Si sono “sprecati”, in quel preciso attimo di consapevolezza, gli sguardi “innamorati” rivolti a quei figli e figlie. Ho visto l’emozione generata dal rivedere le fotografie di quei anni passati: i momenti di gioco, di svago, le attività, i compagni e le compagne. Ho visto che certi ricordi non sono un’entità nostalgica ma rimettono nel cuore e rinnovano mai antichi o dimenticati affetti.
Mentre cercavo di dosare: tempi d’esposizione, apertura del diaframma e l’ansia d’essere nel posto giusto per “fissare su pellicola” quanto più possibile di quei momenti di gioia condivisa, mi è ritornata alla mente una poesia di Primo Levi dedicata agli amici. Per la precisione ha proprio per titolo: “agli amici”. Un verso su tutti, cattura da “sempre” il mio cuore: “…di noi ciascuno reca l’impronta dell’amico incontrato per via; in ognuno la traccia di ognuno.”
Allora mi viene da pensare che alla fine, in quell’incontro di sabato, sulla scalinata che conduce alla struttura, tra quelle stanze dove si sfogliavano album di vecchie fotografie, tra abbracci e baci, tutti si sono lasciati condurre dai propri cuori in ricerca di quei cuori che recavano ben impressa la propria orma. Tutti si sono lasciati ricercare e scovare da altri cuori. Orme impresse dall’Amore. Orme che testimoniano, con forza, che nessuna storia è persa o insignificante. Orme che ci sollecitano al sentirci sempre responsabili dell’altro che abbiamo incontrato nella nostra storia perché Indissolubilmente uniti dall’Amore.
Andrea