L’ANNO CHE VERRA’

 

Ti affido, Signore, l’anno che viene.

Dacci sapienza per pascere i giorni,

pazienza sufficiente per sopportare quello che occorrerà sopportare, e un cuore puro per credere.

Fa’ che noi sappiamo porci in umile relazione con le cose grandi di cui la vita è fatta.

Che ci sentiamo apprendisti e discepoli della rivelazione del tuo amore che avviene nel tempo.

Non lasciare che ci accomodiamo: mai il conforto della locanda ci seduca più della bellezza del cammino; che il sapere di ieri accumulato non ci dissuada dall’uscire a contemplare la rugiada nuova che brilla, oggi, sui prati; che il nostro sguardo non si fissi sul dito che indica, ma su quel fiore silenzioso che è la luna.

In ogni stagione insegnaci a prendere, per decifrare la piena notte, non l’oscurità ma una stella.

Insegnaci a considerare che non è il male,

bensì una traccia di bontà, ciò che meglio rispecchia un cuore.

Insegnaci a prestare attenzione al gregge delle nuvole per capire che sempre,

al di sopra di noi che stiamo calpestando il suolo, si estasiano i cieli.

Insegnaci a non voler essere padroni di niente e di nessuno,

ma pellegrini consapevoli che la storia a cui attraccano è una terra sacra.

Per chi vuole udirlo, il vento del tuo Spirito passa come un fischio primaverile che annuncia il disgelo.

La nostra esistenza non è mai così bella come quando tu ci guardi, Signore!

 

José Tolentino Mendonça

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