Sono trascorsi 22 anni da quella mattina del 15 ottobre 2000. Suor Gina, insieme ad altre consorelle, lasciano il seminario di Gitega (Burundi) per raggiungere la missione di Gihiza dove parteciperanno alla messa domenicale con la comunità parrocchiale. La guida sostenuta di suor Gina, il movimento per la strada e il clima di insicurezza percepito fin dalla sera precedente, sono elementi che non lasciano in pace il cuore della consacrata. Sul rettilineo costeggiato da eucalipti e con le stesse parole di Maria sulle labbra, suor Gina è raggiunta da un’improvvisa raffica di colpi. Erano le 6.50 del mattino.
Suor Gina ha scelto di conformare la sua vita a Cristo fino a dare la vita nell’effusione del sangue. Una vita semplice la sua, vissuta senza far rumore, che ha testimoniato una santità feriale, alla portata di tutti che l’ha condotta alle vette del martirio. Nella concretezza quotidiana della sua vita e delle situazioni che viveva, ha incarnato l’intuizione carismatica del beato Luca Passi facendosi compagna di viaggio di donne sfinite dalla fatica e seconda madre di poveri e ammalati. Le consorelle che l’hanno conosciuta le riconoscono una disponibilità ad andare dov’era necessario e a fare ciò che gli altri le chiedevano… per amore!
Ai giovani della Diocesi di Treviso, sua terra d’origine, scriveva: Non rassegnatevi a seguire la routine dei più, sarebbe una vigliaccheria contro voi stessi e contro Dio. Le strade per seguire Dio non sono complicate, sono semplici anche se ardite, con ostacoli che però sono sempre superabili con il Suo aiuto. Egli non vi domanda di fare, vi chiede di essere, essere come Lui e solo per Lui, per il servizio del Suo vangelo e dei fratelli. L’importante è dire sì, contro ogni paura e ogni dubbio: eccomi Signore per fare la tua volontà.
Nel mese dedicato alle Missioni, desideriamo fare memoria della vita di questa nostra consorella missionaria, uccisa nella “sua” Africa. A lei, martire di Cristo, affidiamo la nostra famiglia religiosa e tutti i laici raggiunti dal carisma doroteo.