Di Luca Attanasio abbiamo tutti sentito parlare. Il giovane diplomatico di origine lombarda, ucciso nella Repubblica Democratica del Congo ai confini con il Ruanda il 22 febbraio 2021. Dal 2003 ammesso alla carriera diplomatica, era particolarmente sensibile alle emergenze sociali del continente africano. Si è contraddistinto per la sua dedizione profusa in molti programmi di aiuto promossi da varie organizzazioni nonché per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli tanto da ricevere, nel 2020, il Premio internazionale Nassiriya per la Pace.
La Diocesi di Como, tra gli appuntamenti del cammino triennale “20…25 anni”, percorso di fede e di discernimento vocazionale, ha scelto di offrire ai giovani partecipanti un incontro con questo testimone di speranza raccontato dalle voci dei suoi genitori Salvatore e Alida e di due suoi amici congolesi, Evelyn e Pier.
Le loro sono state parole che hanno toccato i cuori e oggi, nella giornata che la Chiesa dedicata ai missionari martiri, desideriamo proporre un articolo tratto da Il Settimanale della Diocesi di Como. Come scrive Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani, facciamo memoria del sacrificio di Luca e di altri missionari uccisi perché non passi inosservato, ma diventi piuttosto stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona Notizia tra gli ultimi della Terra, laddove il messaggio di speranza di Cristo è quanto mai urgente e necessario.
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