INSIEME: IL TESORO PIU’ GRANDE

                                             Un augurio e un impegno per il nuovo anno

 

Il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio è un invito per tutti noi a lasciar emergere dalla lunga esperienza mondiale della pandemia ciò che ha insegnato all’umanità. Così scrive il Papa: «la più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo. È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana. Abbiamo anche imparato che la fiducia riposta nel progresso, nella tecnologia e negli effetti della globalizzazione non solo è stata eccessiva, ma si è trasformata in una intossicazione individualistica e idolatrica, compromettendo la garanzia auspicata di giustizia, di concordia e di pace».

Siamo invitati tutti, popoli e nazioni, comunità e ognuno di noi a rimettere al centro la parola “insieme”. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi. Il papa continua: «Solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali».

È un invito che risuona forte anche nella nostra esperienza di vita religiosa e di Istituto, solo camminando insieme, tra generazioni diverse, tra culture diverse possiamo costruire nel nostro “piccolo” la pace. È per tutti il tempo di lasciar da parte gli interessi personali, l’individualismo, il particolarismo per aprire gli occhi e il cuore ad orizzonti. San Paolo esorta costantemente la comunità a vigilare, cercando il bene, la giustizia e la verità: «Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri» (1Tes 5,1-6)

Restiamo svegli, non chiudiamoci nella paura, nel dolore o nella rassegnazione, non scoraggiarci ma come sentinelle impariamo a vegliare e a cogliere le prime luci dell’alba, il bene che c’è e che possiamo far risaltare attorno a noi.

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