Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco,
e subito ne uscì sangue e acqua.
Gv 19, 34
“… correte a rifugiarvi nel Cuor di Gesù,
e ditegli che voi penserete a procurare la sua gloria,
e che Egli pensi a voi,
e fidatevi, non sieno solamente parole”
Lett. 261 – Don Luca Passi
Il Cuore di Gesù oggi?
La vita cristiana – si sa – non si esaurisce in una serie di gesti o di «pratiche» esterne: essa domanda il coinvolgimento di tutto l’essere umano, a partire da quel centro propulsore che è il suo «cuore».
Già Israele è chiamato ad amare il Signore suo Dio «con tutto il cuore» (Dt 6,5); a onorarlo non solo con le labbra, ma a stargli vicino con il cuore (cfr. Is 29,13; Mc 7,6.21-23).
Il cuore indica dunque l’interiorità profonda, il centro dell’uomo, la sede dei sentimenti, ma anche delle decisioni. Gesù affermerà: «Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,34). Già il profeta Ezechiele annunciava: «Vi darò un cuore nuovo… Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26).
Il Cuore del Figlio
Gesù si presenta come compimento della promessa di un cuore nuovo, alla cui «scuola» sono chiamati i credenti: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29).
Tutto il Vangelo rivela la bontà misericordiosa e la carità immensa del Cuore di Gesù verso tutte le persone: i bambini, i malati, i poveri, i peccatori… Alcuni brani aiutano in particolare a «leggere» il mistero del cuore.
Giovanni ci ricorda che quello di Gesù è un Cuore trafitto (cfr. Gv 19,34-37; con i richiami a Es 12,46; Sal 33 [34],21; Zc 12,10). La Liturgia legge in profondità tale realtà affermando: «Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti [Cristo] donò la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza».
Al costato aperto del Crocifisso si ricollega l’invito dell’«acqua viva» di Gv 7,37-39. Papa Benedetto nota al riguardo che «l’uomo può – come ci dice il Signore – diventare sorgente dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva (cfr. Gv 7,37-38). Ma per divenire una tale sorgente, egli stesso deve bere, sempre di nuovo, a quella prima, originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (cfr. Gv 19,34)» (Deus Caritas est 7).
L’attenzione non deve fermarsi solo alla Passione, come talora può essere accaduto: il mistero del Cuore di Cristo coinvolge la risurrezione ed il dono dello Spirito. Nel Cenacolo Cristo risorto porta il grande annuncio della misericordia divina, ne affida agli apostoli il ministero, addita le ferite della Passione, tra le quali la ferita del cuore (cfr. Gv 20,19-23). A Tommaso Gesù dirà: «Stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Ed ognuno può rispondere con fede: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20, 28).
Un Cuore aperto a Dio ed al mondo
La dedizione di Gesù al Padre e la sua esistenza per noi – manifestate nel suo Cuore – sono tanto oggetto di contemplazione, quanto fonte di impegno per il servizio di Cristo e dei fratelli.
Non stupisce perciò che la spiritualità cristiana abbia vissuto come via alla comunione con Cristo il culto al Cuore di Gesù, richiedente adorazione, consacrazione, riparazione, ma anche impegno apostolico. Per inciso, notiamo che in questa direzione vi sono stati decisi contributi del «genio femminile»: basterebbe ricordare – ma si tratta solo di qualche esempio – santa Geltrude di Helfta († 1301/2), santa Margherita M. Alacoque († 1690), santta Caterina Volpicelli († Napoli 1894), santa Teresina († 1897), santa Maria Faustina Kowalska († 1938)…
Una tale accentuazione – nonostante la crisi che ha colpito le sue espressioni tradizionali, come del resto molte altre forme della vita e della preghiera cristiana – mantiene, anzi può ben rivelare ancor oggi, la sua attualità. Incentrata sull’amore, essa risponde alla necessità di ogni persona di essere amata, mostrando l’Amore misericordioso di Dio. Quanto mai fedeli alla Bibbia e pertinenti ai bisogni della Chiesa e del mondo del nostro tempo sono le sue caratteristiche: cammino all’unione con Dio in Gesù nello Spirito, interiorità, abbandono alla volontà del Padre, conversione, consacrazione, riparazione, carità fraterna, dimensione missionaria, trasformazione del cuore…
Si tratta senza dubbio di caratteristiche che possono essere vissute in diverse forme (come la storia testimonia), forme che non sono da ritenersi esaurite. Occorre anche notare che l’attenzione al Cuore di Gesù non si colloca in opposizione o concorrenza con altre forme di spiritualità o di «devozione», ma piuttosto come animazione ed approfondimento delle diverse esperienze, conducendo alla centralità dell’amore di Dio e del prossimo.
Un aspetto forse non sempre sottolineato è pure la ricchezza ecumenica. L’Oriente è molto attento al tema del «cuore», del suo raccoglimento, della sua purificazione, ed ha sviluppato la «preghiera del cuore» (detta anche preghiera di/a Gesù), resa popolare dai Racconti di un pellegrino russo. Perché non realizzare una respirazione congiunta dei due «polmoni» della Chiesa, proprio indirizzando il cuore dell’uomo all’incontro e alla sua plasmazione sul Cuore del Redentore?
Don Diego Facchetti
Diocesi di Brescia
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