In questo ultimo tratto di cammino che ci separa dal Natale del Signore, ci lasciamo accompagnare da Maria, madre del Salvatore.
Maria, il cui nome significa amata da Dio, è figlia di Gioacchino della stirpe di Davide, e di Anna della stirpe di Aronne. L’evangelista Luca, apre il suo Vangelo raccontando della maternità di Maria.
La vergine, promessa sposa di Giuseppe entra nella storia della salvezza ponendosi in ascolto del messaggero di Dio, Gabriele. L’evento ha luogo in una città della Galilea, Nazareth. Secondo una tradizione antica, Maria venne fecondata attraverso l’orecchio. Nella routine quotidiana, alla giovane figlia di Sion, viene consegnata la visione di Dio su di lei. Quella Parola divina che più volte aveva meditato e pregato, all’ora dell’Annunciazione, è intessuta in lei. La piena di grazia, davanti a questo annuncio imprevisto che le sconvolge la vita, rimane molto turbata.
L’incontro tra l’angelo e Maria è lo spazio in cui contemplare come Dio agisce nella vita di ogni uomo e di ogni donna. Maria porta nel suo cuore il desiderio di essere sposa e madre e in questo desiderio Dio si inserisce con delicatezza. Ella tenta di resistere alla promessa di Dio domandando come avverrà questo, ma la tenera insistenza dell’angelo non può che far sgorgare un’adesione e una consegna radicali: ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola. La fanciulla di Israele, accogliendo nella propria vita umana la visita di Dio di cui l’angelo è manifestazione, si lascia trasformare interiormente, vive la sua pasqua e il suo eccomi diventa nuova memoria: ella, infatti, non si pensa più da sola, ma a partire dal Verbo fatto carne in lei.
Quando si compirono per lei i giorni del parto, Maria insieme a Giuseppe si trova a Betlemme. Nella città del pane, dà alla luce il suo figlio primogenito. Ora è madre del Figlio dell’Altissimo, come le aveva predetto l’angelo. Maria genera il Dio bambino e, avvolto in fasce, lo depone nella mangiatoia. Ella custodisce tutte le cose. Nel suo spazio intimo parole ed eventi si intrecciano. Nel suo cuore pensa, contempla, rilegge alla luce della fede, fa memoria di quel sì detto nell’umile dimora di Nazareth e domanda con libertà che il suo desiderio e quello di Dio per lei coincidano. Mentre il lieto annuncio si diffonde sulla terra tramite i pastori, Maria, madre del Salvatore, continua a fidarsi del suo Dio.
Questo ultimo scorcio di Avvento è per noi, discepoli in attesa, il tempo in cui vivere la quotidianità come luogo fecondo di ascolto. Anche per noi, figli amati nel Figlio, questo è il tempo per accogliere e dare carne al Verbo nelle nostre fatiche, nelle nostre sofferenze, nelle nostre mancanze, nei nostri desideri, nelle nostre gioie, nei nostri sogni. Anche per noi, seconde madri, è il tempo di custodire con libertà e fiducia il disegno di Dio su di noi, sulle nostre famiglie, sul nostro Istituto e desiderare che ciò che ci sarà annunciato davanti alla grotta di Betlemme sia anche frutto del nostro desiderio… perché a Dio nulla è impossibile.