Anche il deserto, il luogo del nostro profondo pericolo, la solitudine ultima davanti al male, sono abitati: Cristo abita ogni luogo dell’umano. Gesù è sospinto dallo Spirito; quello stesso Spirito ci è stato donato; Gesù stesso abita i nostri deserti.
«Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu – scrive sant’Agostino – Perché prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria». Egli compatisce i nostri limiti e si fa vicino anche nella prova più arida.
Cristo ha già vinto e ci chiede di lasciarLo vincere in noi, indicandoci come fare: rimanendo. “Rimanete nel mio amore” (Gv, 15,9) non è solo un invito: Lui stesso rimane nel deserto con lo Spirito. Lui stesso si offre a noi e ci offre il Suo stesso Amore come luogo vero in cui rimanere. È l’unione, la continua conversione del cuore a Cristo, che ci garantisce la vittoria e la resurrezione.
Quaranta giorni nel deserto sono come tutta la vita nella battaglia, che non ci sarà tolta: non sono un tempo di sterile fatica, ma una chiamata ad accoglierLo e lasciare che ci abiti, formandoci così sempre più per la missione. Da tempo di timore a tempo di grazia; da luogo di morte e di pericolo, diviene luogo di incontro e di conversione.
L’incontro con Lui è reale, personale, ci raggiunge dentro al cuore, illumina e tocca il centro di noi e si irradia in tutta la nostra persona, in un modo che mai avremmo immaginato, facendo fiorire, nel deserto, un’inaspettata compagnia: è la Sua compagnia, che assume lo stesso volto che tu hai, che io ho e, unendoci a Sé, ci dona gli uni agli altri, ci mette in cammino, attraversa con noi il deserto, ci insegna a combattere nel Suo Amore e a lasciare che questo Amore vinca in noi.
Accogliere la compagnia di quelli che Gli appartengono significa accogliere Lui stesso e accogliere Lui significa entrare sempre più profondamente in questa compagnia, che è la Chiesa, il Popolo che Gli appartiene, la Casa che Egli abita, il Corpo nel quale Lui, Capo, vive. Dalla Vita di Cristo in noi e dalla nostra vita in Lui nasce il bisogno, anzi l’urgenza della testimonianza: perché, se Lui abita in me, se mi ama tanto da non volersi mai separare da me, io non posso non desiderare, non avvertire il bisogno bruciante di annunciarLo al mondo e di aiutarLo a conquistare anime: anime come la mia, anime che vagano nel deserto, anime assetate e sole che cercano la vera compagnia, anime perse che attendono di essere ritrovate, anime che Lui già ama e che vuole unire a Sé, per la vita eterna.
Lo Spirito Santo, che attraversa il Cuore di Maria e giunge a noi, ci immerga nella Compagnia del Signore, faccia di noi la Sua stessa Compagnia per molti e faccia sì che questa divina Compagnia, in noi, abiti ogni solitudine, vinca ogni male e trasformi, per sempre, il nostro deserto nel giardino della Sua Risurrezione.
Claudia Nissolino
(Roma)
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