“Mia madre invece aveva un vecchio grembiule
per la festa e il lavoro, a lui si consolava vivendo.
In quel grembiule noi trovammo ristoro fu dato agli straccivendoli
dopo la morte, ma un barbone riconoscendone la maternità
ne fece un molle cuscino per le sue esequie vive.”
(Alda Merini)
PARTICOLARMENTE SU MISURA
Ricordo… era una rigida domenica d’inverno e mi trovavo di passaggio nella comunità di Boiano. Di buon mattino suor Luigina mi chiese di accompagnarla a Campochiaro. In pochi minuti eravamo pronte per uscire. Con sorpresa vidi che indossava uno scialle nero, dismesso, e non molto caldo, a mio avviso, ma secondo lei particolarmente su misura.
Visto il mio atteggiamento un po’ stupito, si spiegò all’istante: stiamo andando a far visita ad alcune persone anziane – mi disse – che lo usano quotidianamente, per difendersi dal freddo. In questi scialli tanti piccoli hanno trovato ristoro. Vado a portare Gesù e mi piace che mi sentano “una di loro”, ricca soltanto della mia umanità e del DONO inestimabile che custodisco e riparo. Mi sentirei a disagio se mi cogliessero troppo diversa. Come puoi vedere sono ben protetta da calze, guanti, golfini e, soprattutto, aiutata da un passo che mi riscalda. Tu indossa pure il tuo cappotto, non si meraviglieranno, anzi ti accoglieranno con tanta dignità.
Suor Luigina conosceva bene le case in cui fermarsi, case semplici, alcune un po’ isolate, altre addossate l’una all’altra… Quella vicinanza mi richiama, oggi, un’espressione di Papa Francesco: i santi della porta accanto.
Mentre cercavo di stare al suo passo, dialogando con lei, girò l’angolo, tolse dalla tasca una chiave ed entrò in una piccola casa, o meglio in due piccole stanze. Staccò dal muro un vecchio grembiule, accese la stufa a legna, apparecchiò il tavolo e, prima di uscire, mise una pentola a riscaldare e tolse dal frigorifero una pirofila con un po’ di carne… Vedi – disse – così quando Don Angelo rientra sente che qualcuno ha pensato a lui e trova ristoro.
Continuammo il cammino, fino a raggiungere il centro del paese. Suor Luigina passava di casa in casa. Qualche donna riusciva ad aprirle la porta, altre l’attendevano a letto o sedute su una poltrona. In quell’incontro fraterno il calore della carità faceva ardere i ceppi che già crepitavano nel focolare.
Un centrino ad uncinetto segnava lo spazio dedicato alla teca che conteneva Gesù. Suor Luigina comunicava quelle donne che ogni domenica l’aspettavano. Sillabava con loro qualche preghiera e poi lasciava che continuassero, silenziosamente, da sole.
Riassettava con delicatezza, si interessava di come avevano trascorso la settimana, poi riprendeva il suo scialle e salutava affettuosamente. Le sue mani arrossate e gonfie portavano il segno dei geloni, ma il suo cuore ardeva e accendeva.
Rientrate a casa mise lo scialle all’aria… Era l’abito per la festa!
Non so chi l’avrà ereditato… mi conforta la certezza che in esso hanno trovato ristoro tante donne che lo ritenevano particolarmente a misura e che, riconoscendone la maternità, hanno custodito Dio nel cuore e il prossimo nella vita (Papa Francesco).
Suor Assunta Tonini
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