In cammino seguendo la luce della stella alla ricerca di colui che è nato o prostrati in adorazione davanti alla grotta di Betlemme. È questa la narrazione dell’evangelista Matteo alla quale siamo abituati.
Nell’iconografia cristiana si trova anche l’immagine dei Magi addormentati. Nell’abside della basilica di Sant’Abbondio a Como, sono custoditi preziosi affreschi di epoca medievale attribuiti ad un pittore ignoto convenzionalmente chiamato Maestro di Sant’Abbondio. Il grande racconto iconografico presenta episodi della vita di Gesù dall’infanzia alla Passione.
Nella solennità dell’Epifania, vogliamo fermare il nostro sguardo e la nostra riflessione sul sonno dei Magi.
Osserviamo l’affresco riprendendo alcuni stralci di un articolo pubblicato su Aleteia.
I re dormono in tre letti accostati, con cuscinetti di diversi colori, appoggiati a più grandi cuscini bianchi. Anche le coperte hanno colori differenti, mentre i risvolti delle lenzuola sono tutti uguali e bianchi. In primo piano dorme il più giovane dei Magi, il volto sereno, il capo appoggiato a un cuscino rosso con sottili ricami in oro. Quattro dita della mano sinistra spuntano sul lenzuolo. Il Magio di mezza età dorme invece col capo appoggiato a un cuscino d’un colore oro brunito e ricamato; la corta barba bruna divisa in due piccoli ricci appoggia, come una mano dalle lunghe dita eleganti, sul lenzuolo. Il Magio più anziano appoggia il capo a un cuscino verde, il cui bordo è finemente istoriato. La sua fronte è percorsa da lunghi solchi paralleli, la barba si appoggia in due folti, candidi ricci arrotolati, sul diverso candore del lenzuolo. La coperta è di seta rossa molto lucida e la luce trae ampli riflessi bianchi sulla sua superficie decorata a cerchi concentrici. Tutti e tre i Magi dormono con le corone sul capo.
Dall’angolo di destra un angelo, visto di profilo, con un dito indica ai Magi il nuovo cammino da seguire. L’incontro con Gesù ha reso i Magi soddisfatti e convinti di avere realizzato il loro progetto. Ma l’incontro con Gesù li ha anche ammessi a un dialogo più stretto e “preferenziale” con Dio, visto che ora un angelo si occupa di loro e del loro destino.
Il sogno giunge nel sonno, quando il controllo lascia il posto all’affidamento. Un sogno aveva avvisato Giuseppe di non temere, un sogno lo avvertirà di partire per l’Egitto, un sogno lo avviserà di tornare in patria e sempre un sogno dice ai Magi di non ripassare da Erode perché vuole uccidere il Bambino.
Guardando a questa immagine, anche noi, che abbiamo contemplato Gesù nel mistero del Natale, desideriamo fidarci dei “messaggeri di Dio” che ci invitano a non fermarci, a custodire la fede in Dio che ci orienta a “fare ritorno per un’altra via”. Accogliamo, in questo nuovo anno, il sogno di Dio su di noi, sulla Chiesa e su tutta l’umanità.