ESULTIAMO NEL SIGNORE – Cammino di Avvento con don Marco Passi

… Esultiamo nel Signore ed uniamoci a tutto il Paradiso a ringraziare la Divina Maestà che ci ha dato suo Figlio per mediatore e Maria, Madre Vergine di suo Figlio, per mediatrice … Se sarà da noi pregata piamente, non mancherà di aiutarci nelle nostre necessità, giacché è misericordiosa e madre della misericordia.

… Sì, o figlia, andiamo nella stessa via e giungeremo nello stesso termine. Fidiamoci di sua bontà e potenza e siam sicuri.

Miserere: Virgo mitis es, fac quod soles.

Miserere: Mater es Dei, fac quod potes.

Così la pregava il divoto Justo Lipsio. Così pregatela voi e le vostre Figlie.

Sarò con voi e le vostre figlie nel bel giorno di lunedì e le baceremo mille volte i piedi Santissimi, e mille volte la chiameremo col dolce nome di Madre e le diremo col Poeta:

Quod Deus imperio, Tu prece, Virgo, potes.

Tua prece ottiene quanto puote Iddio.

Se innanzi ad una divota sua immagine l’anima ed il cuore ne restano rapiti e feriti d’amore e quasi trasportati in gaudio di Paradiso, che sarà nel Cielo?

Ma ricordatevi, figlia, che quattro cose, al dire di S. Bonaventura e Bernardo, impediscono i voli dello spirito.

  1. Le miserie del corpo, come l’infermità, il caldo, il freddo, la fame, la sete, quando sono gravi.
  2. Gli affari temporali quando troppo c’impegnano, e allora fanno allo spirito come la polvere negli occhi.
  3. I peccati ed anco la loro memoria sono come le tenebre agli occhi che impediscono la vista.
  4. Le immagini ed i fantasmi delle cose corporali, che sono fatte per lo spirito, ma lo spirito non è fatto per sé.

Spero che queste quattro cose vi potranno servire di molto lume per aiutarvi a contemplar Dio, liberamente, fuori d’ogni cosa terrena e materiale.

Ma la carità alle volte fa andar innanzi ciò che deve andar dietro, cioè la vita attiva, perché dice S. Bernardo la necessità non ha legge. Ecco altra bellissima norma per lasciare la pietosa quiete per loro che hanno bisogno delle opere nostre ed in allora si lascia Dio per Iddio, giacché con un medesimo atto si ama Dio ed il prossimo per amor suo.

 

Don Marco Passi, lett. 152

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