Inizia oggi la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Come ogni anno le chiese cristiane
dal 18 al 25 gennaio, vivono un tempo di preghiera e di intercessione per chiedere al Signore il dono dell’unità tra tutte le confessioni religiose cristiane.
Il tema comune scelto quest’anno è tratto da un passaggio del Vangelo di Luca: “Amerai il Signore Dio tuo… e il prossimo tuo come te”.
L’amore è il DNA della fede cristiana. Dio è Amore e “l’amore di Cristo ci ha riuniti in una cosa
sola”. Troviamo la nostra comune identità nell’esperienza dell’amore di Dio e manifestiamo questa identità al mondo nella misura in cui ci amiamo gli uni gli altri (cfr.Gv 13, 35). Nel brano scelto per questa Settimana di preghiera, Gesù ribadisce l’insegnamento ebraico tradizionale contenuto nel Deuteronomio 6,5 e nel Levitico 19,18b, ma il dottore della Legge chiede subito a Gesù: “Ma chi è il mio prossimo?”[1]
È come se chiedesse, ma chi dobbiamo amare? Con la parabola Gesù invita al prendersi cura di tutti, a compiere gesti d’amore concreti. I cristiani sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il Buon Samaritano, mostrando misericordia e compassione verso chi è nel bisogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a soccorrere e aiutare chi è nel bisogno non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità, ma nel fatto di considerarlo “prossimo”[2].
Questa visione dell’amore del prossimo che Gesù ci sprona a seguire è tuttavia messa a dura prova nel mondo di oggi. E’ significativo che quest’anno i testi della preghiera siano stati preparati da un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf. In questo Paese provato da persecuzioni, da instabilità e da illegalità, sta crescendo la solidarietà tra le religioni tradizionali. Insieme, si stanno impegnando per soluzioni più durature affinché il Paese ritrovi la pace, la coesione sociale e la riconciliazione.
“Credo che la conflittualità sia davvero uno dei grandi problemi di questo tempo, sia la conflittualità delle guerre sia quella tra le persone. È cresciuta la rabbia. In questo senso è indicativa la scelta quest’anno del tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: “Ama il Signore Dio tuo … e ama il prossimo tuo come te stesso” (Luca 10, 27). Ci indica innanzitutto una responsabilità enorme per i cristiani, quella di essere fermento di unità, promotori di relazione nella società. È la grande sfida di questi tempi ed è il tema su cui pregheremo e ci confronteremo”, ha affermato Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei.
Avere speranza – continua il presule – significa essere capaci di avere ancora dei sogni e di averli anche al buio, perché sappiamo che non c’è oscurità che non sia abitata da Gesù Cristo.
Viviamo anche noi con speranza questo tempo per intercedere dal Signore il dono dell’unità e della pace.
[1] e [2] tratti da: Testi per La settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani e per tutto l’anno 2024 – Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese