Nella IV Domenica del tempo di Quaresima, la Chiesa ci offre di contemplare uno degli incontri di guarigione operati da Gesù che ha come protagonista il cieco nato. Proponiamo un testo che racconta il mosaico di questa figura evangelica che si trova nella Cappella dell’Annunciazione della Casa di Spiritualità S. Dorotea di Asolo (TV).
La guarigione del cieco nato è l’immagine biblica della rigenerazione dell’uomo, della nuova creazione: come all’inizio Dio crea l’uomo con la terra e il soffio, il Suo Spirito, così anche qui il cieco è guarito con il fango, ottenuto dalla terra e dalla saliva, che è la condensa del soffio: il processo è lo stesso, l’unione tra il materiale dei primi cinque giorni della creazione e qualcosa di vivo, di personale che viene da Dio.
Viene così sottolineato che l’uomo redento da Cristo è l’uomo nuovo. Posta accanto all’acquasantiera, ci ricorda che il nostro battesimo è questa rigenerazione attraverso cui abbiamo un nuovo sguardo, un nuovo pensiero, un nuovo sentimento, una nuova mentalità…
Il cieco tiene da solo il fango con cui Cristo lo sta guarendo, perché la salvezza non è automatica, ma coinvolge l’uomo con la libera adesione. Inoltre il gesto del cieco sembra un gesto d’offerta: è l’offerta a Cristo della terra che noi siamo, di tutta la nostra vita.
Di fronte al cieco, Cristo guarisce attraverso il gesto e attraverso la Parola: infatti nella mano sinistra Cristo tiene il rotolo della Parola, Lui che è la Parola fatta carne. Fino a questo momento il cieco solo sentiva, ma ora riesce anche a vedere: è l’esperienza di Giobbe che dice “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto” (Gb 42,5). Dopo l’incarnazione, noi siamo la generazione degli occhi e non più dell’udito.
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O fratelli, ora i nostri occhi sono curati con il collirio della fede. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. […] Godremo della verità, quando la vedremo a faccia a faccia, perché anche questo ci viene promesso.
Dai Trattati su Giovanni di Sant’Agostino
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel Proust