Quale bellezza salverà il mondo?
La seconda domenica di Quaresima ogni anno ci fa incontrare la pagina evangelica della Trasfigurazione, della luce e della bellezza. Ci aiutano a interrogarci e a leggere con Gesù questo tempo di prova, alcuni stralci della Lettera Pastorale del Card. Martini quando era Arcivescovo di Milano.
Sento che ancora oggi la domanda su questa bellezza ci stimola fortemente: “Quale bellezza salverà il mondo?”. Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo. Non basta neppure, per la nostra epoca disincantata, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di programmi pastorali, di esigenze evangeliche. Bisogna parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo: bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio. […]
Per chi si riconosce amato da Dio e si sforza di vivere l’amore solidale e fedele nelle diverse situazioni di prova della vita e della storia, diventa allora bello vivere questa fine secolo, questo nostro tempo, che pur ci appare così pieno di cose brutte e laceranti, cercando di interpretarlo nei suoi enigmi dolorosi e conturbanti. E’ bello cercare nella storia i segni dell’Amore Trinitario; è bello seguire Gesù e amare la sua Chiesa; è bello leggere il mondo e la nostra vita alla luce della croce; è bello dare la vita per i fratelli! E’ bello scommettere la propria esistenza su Colui che non solo è la verità in persona, che non solo è il bene più grande, ma è anche il solo che ci rivela la bellezza divina di cui il nostro cuore ha profonda nostalgia e intenso bisogno. […]
Gli apostoli che Gesù invita a salire con sé sul monte, sei giorni dopo l’annuncio di una prossima misteriosa manifestazione del Figlio dell’uomo (cf. Mt 17,1), portavano con sé le domande sempre più gravi che venivano emergendo nel loro cuore. […] Sono le domande che noi cristiani sentiamo riemergere alla fine di questo secolo e di questo millennio: come può la mite bellezza del Crocifisso risorto portare salvezza a questa umanità cinica e crudele?[…]
La reazione dei discepoli al dono della trasfigurazione è quella di fermare la bellezza di cui hanno fatto esperienza: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Lc 9,33). La bellezza però non è possesso, è dono e come tale va donata, non trattenuta: ai discepoli prostrati in adorazione e presi da grande timore Gesù, avvicinandosi e toccandoli, dice: “Alzatevi e non temete” (Mt 17,7). È l’invito a riprendere il cammino senza paura, a scendere dal monte verso la vita ordinaria e a intraprendere il grande viaggio che porterà il Figlio dell’uomo a Gerusalemme per compiere il proprio destino. […] E’ l’invito rivolto anche a noi a proseguire il nostro pellegrinaggio verso la Gerusalemme del cielo senza paura, sapendo che egli è con noi e che perciò la vita è bella ed è bello impegnarsi per il Regno. È l’invito ad accogliere, annunciare e condividere con tutti la Bellezza che salva.
Fare esperienza della Bellezza che salva significa anzitutto vivere il cammino della fede, specialmente nella preghiera personale e liturgica vissuta come preghiera in Dio, nello Spirito, per il Figlio andando al Padre e tutto da Lui ricevendo nella pace. È l’esperienza del riconoscersi amati e salvati, perdutamente affidati al Dio vivo, nascosti con Cristo nelle relazioni d’amore della Trinità. A tale esperienza si arriva attraverso la conversione del cuore e la riconciliazione con Dio e con la comunità.
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Ella preghi che questo fango sia nelle mani di Gesù Cristo onde possa riuscire strumento di luce.
don Marco Passi, lett. 7
Confidate e sperate nei meriti di Gesù e così anche l’umile argilla diverrà oro finissimo
da risplendere nella reggia del Re dei cieli.
San Pio da Pietralcina