Durante la veglia di preghiera in occasione della Giornata missionaria mondiale tenutasi a Sagnino (Co), Lorenzo, un giovane comasco, ha offerto la sua testimonianza raccontando l’esperienza vissuta nel periodo estivo a Scutari (Albania).
Pubblichiamo alcuni stralci del suo racconto.
“Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.” E’ proprio da quei “tutti” che vorrei iniziare il mio racconto, sì perché in questo viaggio il Signore mi ha fatto dono di poter incontrare quella parte di persone che solitamente, dal “tutti”, viene esclusa, dimenticata, abbandonata. La parte fragile, debole, quella che si spezza, ma allo stesso tempo quella più autentica e vera che non è capace di mentire. Quella in grado di donarti amore sincero e puro.
Il giorno prima di iniziare il nostro servizio presso le Sorelle della Carità siamo andati a conoscere le ospiti e a visitare la struttura. Non vi nascondo che il primo impatto, per me, è stato molto forte: appena scesi dal pulmino, sotto un grosso tendone, un gruppo di “children”, così vengono chiamate le pazienti dalle Suore, sta trascorrendo il pomeriggio all’aperto… qualcuna è seduta, qualcuna sdraiata su un letto, altre invece passeggiano per il cortile e molte sono in carrozzina. Non parlano e ci osservano… In quel momento ho proprio pensato “e mo’? che faccio con loro?” poi tutt’un tratto una bimba si avvicina e inizia ad abbracciarci tutti e ci sorride, quel semplice gesto mi toglie un macigno dal cuore… tra tutti i modi in cui mi ero immaginato di iniziare il servizio mai mi sarei aspettato una cosa tanto bella.
[…] Le ultime paure e timori vengono sciolti dall’esempio delle suore di Madre Teresa che ci hanno guidato in questa esperienza. Il loro carisma e il loro amore ci hanno contagiato tutti, grazie a loro ho potuto vedere, ascoltare e toccare come il Signore si manifesta in ognuno di noi nella quotidianità. Queste suore sono sempre così instancabili e piene di luce. Traggono la loro gioia e la loro forza dall’unione con Gesù che è sia nel povero, sia nell’Eucaristia. Per loro la missione non è servire i poveri, non è essere lavoratori sociali, né risolvere problemi ma è amare Gesù, attraverso l’amore ai più poveri tra i poveri e fare sentire che Dio dice ad ognuno “ti amo, mi stai a cuore, sei prezioso ai miei occhi”. Col passare delle giornate i miei timori iniziali si sono spenti perché come ci ha detto padre Pietro “per fare dei miracoli dobbiamo semplicemente fare il nostro piccolo, a tutto il resto ci pensa Lui” … e io nel mio piccolo a quelle persone e a quei volti mi sono affezionato, mi sono sentito amato proprio da chi, di amore, dovrebbe saperne ben poco… o almeno così credevo.
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