Essere volontari solidali è una scelta che ci rende liberi;
ci rende aperti alle necessità dell’altro,
alle richieste di giustizia, alla difesa dei poveri,
alla cura del creato”
Papa Francesco
Giulia e Francesca sono altre due giovani che nei mesi estivi sono partite per il lontano mondo dell’America Latina. Sono state ospitate a Cochabamba (Bolivia) nel Collegio Italo-boliviano e hanno offerto il loro servizio nell’orfanotrofio “Salomon Klein“.
In questo luogo, le due giovani, si sono fatte prossime dei piccoli ospiti e hanno lasciato che le storie di vita incontrate trovassero casa nei loro cuori:
Guardare negli occhi quei piccoli e percepire la loro vulnerabilità, oltre che la loro smisurata ricerca di affetto, è stato come ricevere un colpo al cuore, ma al contempo ci ha incoraggiate ad offrire loro tutto il nostro affetto e le nostre attenzioni nei limiti delle nostre capacità, anche se solo per un mese.
In quei giorni abbiamo imparato che l’amore può essere una lingua universale, capace di superare barriere culturali e di donare speranza anche nelle situazioni più difficili. Abbiamo, altresì, dovuto “imparare” che a volte le diversità culturali sono difficili da digerire e che possono rendere alcuni incontri amari e complessi da accettare.
Hanno fatto esperienza anche di una certa amarezza come loro stesse raccontano che ha reso il loro ritorno non semplice:
Questa esperienza ha reso il nostro ritorno amaro. È stato doloroso riprendere una quotidianità che sembrava non appartenerci più, mentre una realtà sofferente continuava e continua ancora oggi ad andare avanti come se nulla fosse.
Giulia e Francesca si sono scoperte artigiane di umanità. Hanno offerto mani, occhi, orecchi e la loro presenza a quanti incontravano e questo è un segno indelebile per chi sceglie di essere solidale con l’altro… chiunque esso sia!
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L’esperienza di Giulia e Francesca