Giovedì 17 febbraio abbiamo festeggiato la nostra Santa Dorotea.
Ci siamo riunite in salotto con mascherina e distanziamento, nel rispetto delle norme anti Covid e, dopo una breve introduzione, una compagna di convitto ci ha ripresentato con molta vivacità la storia di Dorotea, la giovane Santa, vissuta nel IV secolo in Cappadocia e martirizzata durante il periodo delle persecuzioni di Diocleziano, contro i seguaci di Gesù.
Abbiamo poi ascoltato le testimonianze di quattro ospiti, invitati per raccontare il loro essere “dono” nella quotidianità della vita, proprio come è stato per Santa Dorotea. Era questa la parola-chiave della serata che è risuonata nei nostri cuori anche dopo l’incontro.
Marta ha raccontato la sua storia: nonostante la giovane età tra pochi mesi convolerà a nozze con il suo Elia. Emozionata ha concluso il suo intervento dicendo di sentirsi dono per il suo fidanzato esattamente come lui lo è per lei.
La parola è passata a Don Matteo, diacono da poco tempo, a soli 25 anni. Anche lui ha raccontato la sua esperienza: ha deciso di donare la vita al Signore per servire i fratelli e annunciare la gioia della salvezza portata da Gesù Cristo. Diventerà prete tra qualche mese, deciso di fare della sua vita un DONO a servizio dell’Opera di Dio.
Toccante il racconto di Beatrice, una ragazza molto profonda e solare. La sua vita è cambiata dopo l’esperienza che nel 2015 l’ha portata in Mozambico.
“Non avevamo nulla – ha esordito- e quel po’ che c’era ci era stato regalato da chi con nulla riesce a vivere”. Ora collabora con il centro missionario diocesano ed è pronta ad altre missioni e soprattutto a coinvolgere i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo.
Ultimo, ma non per la importanza, è stato l’intervento di suor Francine, una suora dorotea, in Italia da appena un anno, salva per miracolo dopo un incidente, avvenuto mentre lavorava in una scuola elementare in Congo. Suor Francine ha condiviso la sua esperienza: la debolezza, la fragilità può essere occasione per sperimentare un’ALTRA FORZA, quella che il Signore dona a chi accoglie e offre con Lui ciò che “accade”. “Dopo l’incidente sono quasi rinata” ha detto la giovane suora in francese, sua lingua d’origine, nonostante la bravura nell’esprimersi anche in italiano.
Abbiamo concluso il nostro incontro con la preghiera a Santa Dorotea e con la benedizione delle mele, e …delle nostre persone, da parte di Don Matteo Busi, vicario parrocchiale delle parrocchie del centro storico in Brescia.
Tra la commozione generale ci siamo congedate dopo aver trascorso una piacevolissima serata e aver condiviso un ottimo aperitivo preparato da alcune delle ragazze durante il pomeriggio.
Come ricordo della serata ci è stata consegnata una mela, simbolo di Santa Dorotea. Lei, infatti, sulla strada del martirio, aveva incontrato un certo Teofilo, il quale le aveva chiesto ironicamente: «Sposa di Cristo, mandami delle mele e delle rose dal giardino del tuo sposo». Dorotea prima della decapitazione, aveva fatto portare ad un bambino rose e mele che da allora sono diventate suo simbolo.
Valeria Mennea