Ottobre missionario: suor Luisa Roberto

“Ogni discepolo missionario è chiamato a diventare, come Gesù e in Lui, grazie all’azione dello Spirito Santo, colui che spezza il pane e colui che è pane spezzato per il mondo”, scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2023.

 

Suor Luisa Roberto è stata questo: pane spezzato che ha nutrito tanti fratelli e tante sorelle nella fede. Riportiamo alcuni stralci che le sorelle della Delegazione Africana hanno scritto in occasione della sua nascita al cielo.

 

Mama Luisa, ti ho conosciuto al mio arrivo in Congo nel 1989. Eri una suora speciale verso le persone con le quali lavoravi: operai, preti, suore e laici. Molto ordinata precisa, corretta in tutto quello che facevi. Molto esigente con te stessa e verso gli altri. Disponibile e capace di molte attività pratiche. La tua presenza in comunità era vivace e significativa. Grazie sr Luisa per la tua vita spesa in Africa. Che Dio ti ricompensi e ti doni la sua luce e la vita eterna.

 

Ti rivedo una donna forte, una madre e religiosa che sapeva accogliere le persone. Sei stata tra le prime dorotee ad arrivare in Congo, ex Zaire e subito hai saputo metterti in relazione con i congolesi. Ti ho conosciuto come una persona disponibile, esigente, ma nello stesso tempo sensibile. Un esempio di senso di appartenenza alla nostra famiglia religiosa. Eri sempre pronta ad ascoltare e a portare soccorso nelle situazioni di marginalità e di povertà. Ho imparato da te il senso del lavoro tenace e fatto bene, il coraggio e l’amore per il prossimo. Come donna forte, sapevi correggere, ma dopo con amorevolezza, usavi delle parole dolci per ritornare in dialogo con le persone.

 

Carissima sr Luisa, ho vissuto con te nella comunità di Mbobero. Ti sei dedicata con coraggio, amore e tenacia per il bene sia delle sorelle della tua comunità come per i poveri del villagio di Mbobero. In te vedevo una donna che amava tanto la sua missione in terra africana e amavi tanto gli africani. Per le ragazze del foyer sociale di Mbobero, hai messo tutta la tua energia perchè imparassero bene a leggere, a scrivere, a cucire per un futuro migliore. Sei stata una donna comprensiva, che ascoltava molto e accoglieva. Sono riconoscente al Signore che ti ha messa sul nostro cammino. Molte sono le mamme di Mbobero riconoscenti per tutto quello che con discrezione hai fatto per loro e per le loro famiglie. Ho imparato da te la tua generosità e l’amore per il Signore.

 

 

Ti ricordo con piacere sr Luisa mia compagna del noviziato. Ti ho poi ritrovata in Burundi come missionaria. Ho vissuto con te un tempo a Bujumbura. Ti ricordo come donna saggia, prudente, disponibile al servizio, molto sensibile ai bisogni dei fratelli soprattutto i bambini. A volte con il tuo aspetto burbero potevi fare soggezione, ma avevi un cuore grande, e aperto te. La missione ti entusiasmava tanto e ti ringrazio per quello che hai fatto, per quello che sei stata per la chiesa, per la missione, per la gente, per i piccoli.

 

Lo spirito missionario era talmente forte in te quando hai dovuto passare dal Burundi al Congo, in momenti difficili, sei stata capace di accogliere con coraggio e senza paura la nuova missione. Avevi attenzione e amore verso i bambini poveri. Tu li desideravi felici, cosi ti impegnavi a coinvolgere la tua parrocchia di Spresiano nel sostegno di tante iniziative a favore dei bambini.

 

Carissima sr Luisa, ti ricordi? Io ricordo molto bene! Era Estate 1968, avevi 37 anni e io 19. A Venezia quel giorno, famoso, tu è stato consegnato il crocefisso missionario, perché eri in partenza per il Burundi. Ed io ero lì ancora titubante per la scelta di consacrazione al Signore, come Dorotea. Senz’altro il tuo “Si” mi è stato di incoraggiamento in quel momento. Grazie per quello che sei stata nei tuoi 30 anni di Africa, soprattutto a servizio dei più fragili, moltissimi bambini malnutriti e le famiglie prive di tutto. Quanti passi e quanto tempo offerto per cercare ed offrire l’acqua potabile sulle colline di Rukago! Quante sorgenti hai lasciato dietro a te, quando hai dovuto abbandonare il paese.

 

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