Battesimo del Signore

Celebriamo, in questa domenica del tempo di Natale, il Battesimo del Signore. Un’altra Epifania: la manifestazione di Gesù nelle acque del fiume Giordano.

 

A smentita di quello che ci si poteva aspettare: il popolo era in attesa del Messia. Il battesimo di Gesù va “al di là”, oserei dire “contro” le più ovvie, scontate, interpretazioni. Anche per il Battista, che aveva presentato Gesù dicendo: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco!”. Gesù è immerso nel Giordano, senza distanze, né con segni particolari, con i peccatori.

 

Qualcuno ha immaginato è venuto spontaneo pensare che in quei lunghi anni trascorsi a Nazareth “il figlio di Maria ha imparato ad osservare le cose dal basso. Non dai troni ma dalle sedie di una cucina feriale. Ha imparato sulle ginocchia di sua madre la Parola della Bibbia e ha imparato a misurare le cose della terra con il decalogo del cielo”.

 

Questo uomo Gesù, cresciuto nel segreto della terra, sceglie di mettersi in fila con gli altri. Come ricorda la Scrittura “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spoglio sé stesso“. Vive la sua solidarietà con l’umanità assumendo il posto dell’ultimo e non del primo. Egli che non ha peccato si fa solidale con i peccatori per arrivare a camminare non sopra di loro, ma accanto a loro.

 

Per questo il Battesimo non è un fatto di in giorno, è un fatto di tutta la vita, come lo fu per Gesù. Immergerci, voi mi capite: non “stare a lato” di persone e problemi, non “stare sopra” sproloquiando dall’alto; se mai parlando, dopo essere stati a centimetri di occhi e di viso, e dopo aver dato spazio dentro di noi a gioie e speranze, a delusioni e ferite, alla morte[1].

 

 

Come seconde madri chiediamo insieme la grazia di immergerci senza distanze nel grido dell’umanità.

 

 

[1] Testo liberamente tratto da un’omelia di don Angelo Casati (fonte www.qumuran.it)

 

 

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Il battesimo di Gesù

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