Dal messaggio di Papa Francesco:
Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo “Pellegrini di speranza” fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo: il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e sempre gli è fedele. E non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.
*** *** ***
Riportiamo Itaca, poesia di Konstantinos Kavafis, considerato uno dei maggiori poeti greci contemporanei. Itaca è la terra promessa, metafora dell’uomo in cerca del suo compimento attraverso il sapere. Con la metafora del viaggio dell’eroe greco, Kavafis narra una verità esistenziale: la navigazione di Ulisse si trasfigura così nel percorso della vita che in realtà non ha altra meta se non il viaggio. Gli ostacoli incontrati lungo la strada assumono le sembianze di creature mitologiche, come i Lestrigoni e i Ciclopi. Kavafis invita l’uomo ad affrontare la paura, i pericoli e i dolori perché solo attraverso queste esperienze potrà conoscere veramente sé stesso. Il significato di Itaca è accogliere il viaggio per quello che è – vivere la vita così come è, ovvero come un insieme di esperienze uniche, irripetibili, casuali e caotiche che forgiano in maniera singolare e irrimediabile la nostra essenza di esseri umani[1].
Itaca (1911 – Konstantinos Kavafis)
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni o i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere:
non sara’ questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi o Lestrigoni no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga,
che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre,
tutta merce fina, e anche profumi
penetranti d’ogni sorta,
piu’ profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta’ egizie
impara una quantita’ di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
Raggiungerla sia il tuo pensiero costante.
Soprattutto, pero’, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu,
ricco dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo in viaggio:
che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra’ deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia’ tu avrai capito cio’ che Itaca vuole significare.
*** *** ***
Il Vangelo di oggi, ci invita a metterci in cammino, accompagnati dallo Spirito. Alcuni tratti di strada sono facili, alcuni impervi, altri aridi… Il cammino della vita è sempre una prova perché continuamente ci consente di far emergere la vita che abbiamo già in noi, fa venire fuori ciò che siamo attraverso le scelte che concretizziamo. Il nostro tempo è ora. Mettiamoci in cammino!
[1] Liberamente tratto da www.sololibri.it
Per scaricare il testo, clicca sul link in basso