Luoghi d’Incanto #3

I prati sono verdi e l’acqua e pura

c’è un senso di riposo attorno a noi

Tu sei il mio Pastore!

 

 

Così iniziava un canto di Giombini famoso nel post-concilio e richiamava la pace e la serenità di prati verdi e di acqua pura come il salmista al salmo 22 descrive.

 

Mentre camminiamo tra case e zone coltivate ci è capitato di vedere dei tratti verdeggianti con erba che cresce spontanea, sembrano tappeti di varie forme e sfumature di verde che invitano a sedersi, distendersi per riposare e fermarsi per un momento di raccoglimento o di dialogo.

 

 

In alcuni periodi dell’anno i prati sono pieni di fiori spontanei, in altri sono più secchi e brulli, ma sempre danno la possibilità di abitarli, di rimanere in questo luogo e viverlo come spazio di ristoro a vari livelli. I prati verdi o innevati d’inverno, fioriti o appena falciati ci parlano di sosta, di riposo, di spazio per sostare da soli o con gli amici, luogo per giocare, fare capriole, rotolarsi nei piccoli pendii. Il prato è a disposizione di tutti, nutre gli animali, è pascolo per le greggi, non ho cancelli e steccati, tutti possono accedervi anche chi fa più fatica.

 

La Bibbia utilizza più volte la geografia simbolica del prato proprio per indicare che Dio offre a tutti riposo e nutrimento. Il prato verde per gli israeliti che hanno sperimentato il deserto è segno forte della cura di Dio per ciascuno come la cura stessa del pastore. E in Gesù tutti siamo convolti in questa cura.

Un giorno Gesù alle folle che lo seguivano da ogni parte da giorni e giorni invita a credere al poco che c’è in noi perché nelle Sue mani diventa una possibilità di vita per tutti.

 

Su quel prato si diede inizio a un criterio nuovo, che è la condivisione, […] il brano non parla di pezzi di pane che si moltiplicano, ma di pani che vengono spezzati. Lo sguardo è su quel passare dei pani di mani in mani, perché questo è il vero segno, il miracolo: che la distribuzione non si fermi e il pane arrivi a tutti. […] Poi Gesù spezza e distribuisce. E, dietro lui, i discepoli. Spezzare e distribuire. Ricordiamo i verbi. Quando accadono in un luogo deserto, lo fanno impazzire di gioia, e appare il prato verde. Seduti su un prato verde.  E il deserto si fa prato verde”. (Angelo Casati)

 

Contemplando il prato sentiamo anche noi che dentro la nuova logica del Vangelo i nostri deserti e le aridità che ci circondano possono trasformarsi in prato verde. E il prato parlerà ci dirà che la nostra vita è attesa di quel prato verdeggiante in cui tuffarci per sempre.

 

 “Cosimo tutti i giorni era sul frassino a guardare il prato come se in esso potesse leggere qualcosa che da tempo lo struggeva dentro: l’idea stessa della lontananza, dell’incolmabilità, dell’attesa che può prolungarsi oltre la vita.”

(Da Italo Calvino, Il barone rampante, p. 170)


Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
 (salmo 22) 

 

 

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Luoghi d’Incanto 3

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