GLORIA A DIO NEL PIÙ ALTO DEI CIELI
C’erano in quella regione alcuni pastori
Una categoria di persone che non fa notizia…Uomini che, lontani dal ritmo frenetico delle città, ritmano il loro passo sul lento procedere del gregge che, ogni giorno, accompagnano e custodiscono.
Portano gli agnellini sul petto e conducono pian, piano le pecore madri. È l’immagine che ci regala il Profeta Isaia, un’immagine che ha i tratti della tenerezza e dell’amore. Proprio a loro, a questa gente umile che veglia nella notte, gli Angeli recano un annuncio di gioia, un annuncio straordinario che li avvolge di luce. “Non temete, oggi nella casa di Davide è nato il Salvatore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dissero: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Se lo dicono l’un l’altro, con un dialogo pacato, con la docilità di chi è semplice e fiducioso. Desiderano vedere ciò che il Signore ha fatto loro conoscere… e con passo cadenzato, camminano, insieme, verso Betlemme. Attorno regna il silenzio.
Mi ripenso piccola, davanti al presepio che il papà costruiva, al ritorno dal lavoro, durante le sere che precedevano il Natale. Un presepio preparato con tanta cura. A me e alla mia sorellina papà affidava il compito di togliere le statuette dall’involucro che le proteggeva. Erano sempre le stesse ma le guardavamo con gli occhi colmi di stupore.
Rivedo il pastorello con la pecora accanto a sé, quello che la porta sul petto, quello che la spinge perché anch’essa possa vedere Gesù. Quei pastori attiravano la mia simpatia e suscitavano affetto. Papà li collocava un po’ scostati, a lato: in ginocchio, con il cappello tra le mani e lo sguardo fisso su Gesù che giaceva nella mangiatoia.
Il silenzio che li avvolge, in quella notte diviene un silenzio abitato. Vedono, adorano, e se ne tornano con il cuore colmo di gioia. In quel Dio che hanno contemplato bambino, povero, indifeso, lontano dal clamore del mondo colgono i tratti della loro identità. Bontà e fiducia saranno compagne della loro itineranza!
“Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone il tuo vincastro mi danno sicurezza […] abiterò nella tua casa per lunghi giorni” (Sl 22).
Il Verbo si è fatto carne!
Suor Assunta Tonini
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